I Serrai di Sottoguda sono uno luoghi simbolo delle Dolomiti, e sono diventati anche uno dei simboli del disastro provocato su queste montagne dalla tempesta Vaia dell’autunno 2018.
Per loro straordinaria conformazione, sono considerati una meraviglia della natura, unica al mondo. Una meraviglia che al momento risulta impossibile da ammirare: i Serrai non sono più accessibili, e la strada che li percorreva è chiusa al transito.
I Serrai di Sottoguda si trovano nel comune di Rocca Pietore (Belluno), uno dei più colpiti dalla calamità naturale che si è abbattuta sul nord-est tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre 2018.
La straordinaria gola dei Serrai è caratterizzata da pareti di roccia altissime, a picco, scolpite dal lavorio incessante delle acque del torrente Pettorina.
Il canyon è lungo circa 2 chilometri e prima del disastro era percorribile sia da valle, salendo da Sottoguda verso Malga Ciapela, sia da monte, scendendo quindi al contrario da Malga Ciapela verso il paese.
I Serrai di Sottoguda prima del disastro
Sottoguda è uno di Borghi più belli d’Italia, e i Serrai di Sottoguda sono un’attrazione turistica imperdibile per i molti visitatori delle Dolomiti riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco. In estate, il percorso era accessibile a piedi o con il trenino dei Serrai.
In inverno, i Serrai di Sottoguda erano una delle tappe più scenografiche del Giro sciistico della Grande Guerra. Infatti, con la neve la stradina si trasformava in un tratto spettacolare da percorrere con gli sci ai piedi, scendendo dalla Marmolada. Nella stagione più fredda, le impressionanti pareti di roccia, ricoperte da enormi cascate di ghiaccio, diventavano il teatro di ardite imprese di ice climbing.

I Serrai di Sottoguda, il disastro e i danni
Questo canyon scavato dal torrente ai piedi della Marmolada è diventato anche uno dei simboli del disastro che ha devastato la montagna bellunese tra la fine di ottobre e novembre, quando un’eccezionale ondata di maltempo ha provocato danni ingentissimi al territorio.
Nella foto: i Serrai di Sottoguda dopo il disastro. Foto di Moreno Geremetta – fonte Fondazione Dolomiti Unesco
Proprio il torrente Pettorina, a causa delle abbondantissime precipitazioni, si è ingrossato a dismisura, causando un disastro lungo la gola dei serrai e a Sottoguda. Ha distrutto le infrastrutture costruite negli ultimi anni per valorizzare turisticamente i Serrai di Sottoguda e consentirne l’accesso ai visitatori.
L’alluvione ha provocato danni enormi alla strada che percorreva i Serrai, erodendo ponti, argini, opere murarie. Tutto spazzato via dalla furia dell’acqua, insieme al materiale depositato sul greto del torrente.
Ciò che si è salvato, invece, sono proprio i Serrai stessi, intesi come scenario naturale da preservare e da ammirare con stupore e meraviglia.
La rinascita dei Serrai
Considerata l’unicità dei Serrai di Sottoguda e il loro straordinario valore paesaggistico e ambientale, subito dopo il disastro dello scorso ottobre si è attivata una sinergia per progettare la ricostruzione delle opere distrutte dall’alluvione.
La Fondazione Dolomiti Unesco, infatti, ha deliberato all’unanimità l’impegno per la progettazione del recupero dei Serrai.
Il presidente della Fondazione, Graziano Pizzimenti, ha detto: “Gli eventi calamitosi che hanno colpito l’intera area dolomitica, hanno sconvolto anche alcuni luoghi altamente simbolici di accesso al Patrimonio Dolomiti UNESCO. Tra questi ci sono sicuramente i Serrai di Sottoguda che rappresentano un’importante attrazione turistica e il cui recupero diventerà l’occasione per tutelarne il valore paesaggistico e geologico e per valorizzarne le qualità estetiche e scientifiche”.
Il progetto di ricostruzione
La Fondazione Dolomiti UNESCO ha accolto la volontà dell’amministrazione comunale di Rocca Pietore di promuovere soluzioni innovative attraverso un concorso di idee. Si terrà conto anche dell’ipotesi che un disastro naturale come quello del 2018 possa non essere un episodio isolato, ma si possa ripetere. Gli obiettivi primari sono i seguenti:
- intervenire sulla funzionalità idraulica dell’alveo del torrente e la messa in sicurezza idrogeologica progettando soluzioni che riducano al minimo l’impatto e che siano innovative dal punto di vista dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
- ripristinare un percorso accessibile a tutti – anche alle persone con disabilità – integrato nel contesto paesaggistico della gola;
- valorizzare le peculiarità geologiche, geomorfologiche, paesaggistiche, storico-documentali di una delle porte di accesso privilegiate al Patrimonio.
Foto di copertina © Valter Cirillo