Il rifugio Bianchet, presidio alpino collocato a 1250 metri di quota sul verdeggiante Pian dei Gat, ha festeggiato nel 2023 un compleanno importante. Sono passati infatti esattamente 50 anni dalla sua inaugurazione, avvenuta il 29 giugno 1973.
Il CAI di Belluno, concessionario della struttura nel gruppo della Schiara, lo celebra con una serata speciale, tra racconti e musica. L’evento si terrĆ nel capoluogo, nella sala parrocchiale di Cavarzano (via Castellani 3 – Belluno), venerdƬ 3 novembre 2023 alle ore 18.
La serata, aperta a tutti, sarĆ incentrata sui racconti che vedono protagonista il rifugio intitolato a Furio Bianchet e l’alta Val VescovĆ che lo ospita, che ha visto in oltre mezzo secolo alpinisti, bellunesi e non, confrontarsi fra scalate, storie e nottate sotto le stelle.
Durante la serata racconteranno le loro avventure Gabriele Arrigoni, socio onorario del Club Alpino Italiano, Giorgio Fontanive, Gianni Gianeselli e Giampaolo Sani, con la moderazione di Bepi Casagrande.
Ad arricchire ulteriormente l’appuntamento saranno le note del Coro CAI Belluno.
Breve storia del Rifugio Bianchet
Il rifugio Furio Bianchet, aperto dal 1973, ĆØ stato ricavato nellāabitazione degli operai forestali costruita tra il 1971 e il 1972, vicino ai ruderi della Casera Pian de i Gat, dallāAzienda di Stato per le Foreste Demaniali (che dal 2005 ĆØ divenuta Corpo Forestale dello Stato / Ufficio Territoriale per la BiodiversitĆ di Belluno).
Grazie all’interessamento della sezione di Belluno del Club Alpino Italiano ĆØ stata adattata a rifugio alpino e da cinquant’anni accoglie escursionisti e alpinisti che si avventurano in quest’angolo ancora incontaminato delle Dolomiti Bellunesi, nel gruppo della Schiara.
Il rifugio Bianchet ĆØ una delle tappe conclusive per chi percorre l’Alta Via numero 1 delle Dolomiti (in alternativa al Settimo Alpini, per chi preferisce evitare le vie ferrate nell’ultimo tratto bellunese del trekking che parte dal lago di Braies).
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Chi era Furio Bianchet?
Furio Bianchet (1911-1969) ĆØ stato un carismatico presidente del CAI di Belluno in due periodi distinti, prima negli anni ’50 (tra il 1952 e il 1958) e poi negli anni ’60 (tra il 1963 e il 1968). Forte alpinista, fu i protagonisti del sesto grado con il gruppo dei “bellunesi” negli anni Trenta. Si spese molto per valorizzare le Dolomiti Bellunesi e dellāarea Nevegal – Col Visentin.
