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Escursioni sulla neve: i consigli del Soccorso Alpino. Intervista ad Alex Barattin, delegato CNSAS Dolomiti Bellunesi

Escursioni invernali e scialpinismo: consigli del Soccorso Alpino

Un’escursione sulla neve fresca è un’esperienza entusiasmante. Non si tratta però di un’attività priva di rischi, anzi: impreparazione, disattenzione e sottovalutazione del pericolo potrebbero rivelarsi fatali e tramutare una gita invernale in montagna in una tragedia.

Abbiamo sentito Alex Barattin, delegato provinciale del Soccorso Alpino e Speleologico Dolomiti bellunesi.

Gli abbiamo chiesto di spiegare quali siano le principali regole da seguire per fare un’escursione in sicurezza tra i monti innevati.

Intervista con Alex Barattin, delegato provinciale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS Dolomiti Bellunesi

Alex Barattin, delegato Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi CNSAS
Alex Barattin, delegato Soccorso Alpino Dolomiti Bellunesi CNSAS

Qual è la prima avvertenza da dare agli escursionisti, in inverno?

Innanzitutto va detto che frequentare un ambiente innevato non è un’attività da prendere sottogamba e che il pericolo non va mai sottovalutato.

La prima indicazione è guardare sempre i bollettini nivometeo che forniscono indicazioni sulle condizioni del manto nevoso e sul meteo (nella zona delle Dolomiti Bellunesi, il bollettino neve-valanghe di riferimento è quello emesso da ARPAV, ndr).

Poi bisogna ricordare di munirsi sempre di tutta l’attrezzatura di sicurezza, ovvero dei 3 strumenti: arva, pala e sonda.

Una nota per i nostri lettori: dove comprare l’attrezzatura di sicurezza? Il kit di sicurezza APS (Artva – pala da neve e sonda da valanga) si trova in vendita nei negozi sportivi specializzati e anche su Amazon.

Entrando nel dettaglio, come vanno letti i bollettini sulle valanghe?

I bollettini che indicano il pericolo valanghe vanno letti con attenzione, tenendo presenti alcune cose che non tutti sanno.

Innanzitutto si deve tener presente che il bollettino esprime un valore che è la media di valutazioni fatte su un territorio vasto.

Ogni escursionista deve essere in grado di valutare il rischio effettivo che incontra lungo l’itinerario che vuole percorrere.

Se si passa in una zona di pendii ripidi o dove sono presenti depositi di neve ventata il rischio di valanghe è ovviamente maggiore rispetto al contesto generale.

La maggior parte degli incidenti avviene quando il grado di pericolo è di 2-3, perché più gente sale in montagna.

Ricordo anche che i valori sono espressi su una scala logaritmica, quindi se si scende da 4 a 3 non significa certo che il pericolo non c’è più.

E sulle dotazioni di sicurezza, cosa va puntualizzato?

La prima cosa è che ciascuno deve avere tutte le attrezzature di sicurezza con sé: sonda, pala e arva. Bisogna anche saperle utilizzare, avendole provate prima e avendone controllato il corretto funzionamento.

Per l’arva, ad esempio, ci sono dei totem che consentono di verificare se funziona.

La pratica è altrettanto importante. Quando capita un incidente e ci si trova di fronte a un amico o a una persona cara sommersa dalla neve è facile lasciarsi sopraffare dal panico: è necessario attuare delle procedure conosciute.

Se si esce in più persone tutti devono essere muniti di tutti e tre gli strumenti, altrimenti la catena si spezza.

Se l’incidente accade a uno che ne è sprovvisto, sarà più difficile soccorrerlo. Se invece il soccorritore non ha gli strumenti potrà fare ben poco per aiutare il compagno malcapitato.

Perché gli strumenti di sicurezza sono così fondamentali da raccomandarne l’utilizzo a ogni escursionista, anche in compagnie numerose?

Perché l’autosoccorso è fondamentale in quanto consente di accelerare i tempi. Nei primi 15 minuti dall’evento si riescono a salvare 9 persone su 10. Dopo 30 minuti solo 5 su 10.

Noi ci attiviamo rapidamente ma ci serve il tempo per raggiungere il luogo dell’incidente, in meno di 20 minuti è improbabile anche utilizzando l’elicottero.

Quindi l’intervento tempestivo di chi è già sul posto può risultare determinante.

Altre accortezze?

Non bisogna entrare nelle piste da sci, anche se in questo momento sono chiuse al pubblico. Entrare in un tracciato è molto pericoloso perché, anche se gli impianti sono chiusi, possono esserci i mezzi all’opera.

Purtroppo è già capitato che escursionisti si siano infortunati a seguito di scontri con i gatti delle nevi e con i verricelli tesi: si è trattato di persone che hanno subito ferite importanti che hanno anche comportato le amputazioni degli arti.

La cartellonistica che vieta l’ingresso in pista deve essere chiara e deve essere assolutamente rispettata.

Quali sono gli errori più comuni che riscontrate nelle richieste di soccorso?

In genere la sottovalutazione del pericolo. Anche camminare lungo strade silvo pastorali potrebbe essere pericoloso se si passa accanto a pendii inclinati del 40, 50 o 60%.

Poi devo ripetermi: partire senza aver consultato con attenzione i bollettini e senza avere con sé tutte le dotazioni di sicurezza in perfetto stato.

E naturalmente serve anche la capacità di utilizzarle.

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