La regione Veneto ha approvato una nuova legge che promuove e valorizza il patrimonio delle malghe. L’iniziativa rientra nell’ambito delle azioni di promozione dello sviluppo sostenibile del territorio e del suo patrimonio naturale e storico-paesaggistico.
Malghe e pascoli, oltre a rappresentare due elementi identitari del paesaggio montano e a caratterizzare l’attività agricola tradizionale, svolgono un’importante funzione ambientale e socio-economica. La loro corretta gestione è fondamentale per garantire un’adeguata conservazione del valore agricolo, della biodiversità, dei paesaggi e dell’assetto idrogeologico delle aree rurali e di montagna.
Cosa prevede la nuova legge?
La recente legge – si tratta della Legge regionale 21 marzo 2023, n. 4 “Valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe” – prevede 4 interventi principali:
- l’istituzione di un registro del patrimonio regionale delle malghe del Veneto
- l’individuazione di linee guida per la gestione del patrimonio regionale delle malghe e l’esercizio dell’attività d’alpeggio
- l’istituzione di un logo per le malghe iscritte al registro
- la promozione, da parte della Regione, della istituzione e partecipazione all’Associazione delle malghe venete.
Sono 700 le malghe e i pascoli del Veneto
In base ai dati in possesso del settore regionale dell’economia e sviluppo montano – risalenti al 2013 ma confermati grossomodo da un’altra indagine del 2020 – risulta che gli ambiti di pascolo e malga nel Veneto siano in totale circa 700 realtà.
Si trovano dislocate in maggior parte tra vicentino, bellunese e veronese. Il 38% è localizzato nel settore vicentino delle Piccole Dolomiti e dell’Altopiano dei sette Comuni, in provincia di Vicenza. Il 25% nel vasto territorio della provincia di Belluno. Il 24% nel veronese, dalla dorsale ovest nel settore del Baldo ai Monti Lessini (in provincia di Verona). Il restante 13% è più ad est e più a sud sul trevigiano (in provincia di Treviso).
Il 55% delle malghe sono di proprietà privata mentre le rimanenti sono pubbliche, gestite da comuni ed enti pubblici. Sul totale, una quota pari all’11% non risulta più attiva, con un range che va dal 17% per le malghe private e che scende al 6% tra quelle pubbliche.
Tra le malghe pubbliche, gran parte è soggetta ad uso civico: in tal caso il comune si pone come ente che gestisce la malga per conto della collettività titolare dei beni ad uso civico, con contratti di concessione pluriennale. Sempre nell’ambito dei beni ad uso collettivo, tra le maghe private si deve considerare che circa una trentina sono gestite da regole riconosciute, presenti per lo più nei territori della provincia di Belluno.
Circa 125 delle 700 malghe svolgono anche attività di agriturismo, offrendo per lo più un servizio di ristorazione. Di queste, il 50% è ubicato in provincia di Belluno e il 25% in provincia di Vicenza.
Utilizzando la banca dati nazionale messa a disposizione dal settore veterinario, che registra annualmente l’attività di monticazione di malghe e pascoli, i dati del 2020 riportano 628 malghe monticate, con una distribuzione che vede in testa la provincia di Vicenza con 230 malghe, seguita da Belluno con 158 malghe e a ruota Verona e Treviso.
Foto di copertina: Malga Prendera – Dolomiti bellunesi – foto Dolomiti Review