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Il CAI: “Le montagne hanno bisogno di noi (e noi di loro)”. Chiesti al Governo chiarimenti e risposte urgenti.

Rifugio Città di Carpi

Il CAI scende in prima linea e chiede al governo risposte urgenti per ripartire e per la tutela psicofisica dei frequentatori della montagna.

Le richieste di chiarimento in merito al DPCM del 26 aprile 2020 sono contenute in una lettera inviata dal CAI (Club Alpino Italiano) al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.

Nella lettera si parla di rifugi, sentieri, escursionismo e alpinismo, accesso a parchi e ville: il presidente del CAI Vincenzo Torti, chiede “chiarezza nel rispetto delle norme, per la tutela della montanità e delle aree fragili del Paese”.

La lettera del presidente del CAI con le richieste di chiarimento sul DPCM del 26 aprile 2020

La nuova campagna del CAI

Il 30 aprile 2020, il Presidente generale del Club alpino italiano Vincenzo Torti ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri per richiedere chiarimenti urgenti per una corretta applicazione del DPCM presentato il 26 aprile scorso e che darà inizio alla cosiddetta Fase 2, dal 4 maggio 2020.

“Sin dalla adozione dei primi ed urgenti provvedimenti per fronteggiare la pandemia, il CAI e tutti i suoi Soci si sono astenuti doverosamente da qualsiasi attività in montagna, appellandosi a un senso di responsabilità personale e sociale con il motto “Le Montagne sanno aspettare”, scrive nella lettera il presidente del Cai.

Torti sottolinea anche come, a distanza di oltre due mesi, si siano create aspettative sulla ripresa della frequentazione delle terre alte, seppur adottando le norme di sicurezza: dall’utilizzo dei dispositivi di protezione, al rispetto dei divieti di assembramento e della territorialità.

Continua Torti nella lettera: Vogliamo tornare a prenderci cura dei rifugi e dei sentieri di montagna, perché ora “Le Montagne hanno bisogno di noi”, così come noi loro.



In 4 punti, le richieste di chiarimento al Governo

Il CAI è consapevole della difficoltà di armonizzare l’esigenza primaria di tutela della salute pubblica, arginando la diffusione del Coronavirus, con la ripresa graduale delle attività economiche e sociali per non vanificare i sacrifici fatti finora. Ma vuole anche fare chiarezza a nome dei suoi 327.143 Soci e di tutti coloro che amano e frequentano le montagne.

Ecco dunque i chiarimenti richiesti, per evitare interpretazioni difformi, a livello territoriale, con le conseguenze che potrebbero derivarne, anche in termini di sanzioni.

1 – Alpinismo e escursionismo sono consentiti? Con quali modalità?

Preso atto che “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto”, ma è consentito svolgere individualmente “attività sportiva o attività motoria” con l’unica prescrizione di una differenziata distanza di sicurezza interpersonale, si chiede se alpinismo ed escursionismo siano da considerare attività ludico/ricreative o sportivo/motorie. In questo secondo caso, si chiede se i connessi trasferimenti in ambito regionale possano ritenersi, a tal fine, consentiti.

2 – I Rifugi rientrano tra le attività cui è consentita la ristorazione con asporto? Il gestore può raggiungere il rifugio per svolgere lavori di manutenzione?

Posto che i rifugi alpini costituiscono strutture di accoglienza e presidi culturali e di soccorso in tutte le nostre montagne e prestano anche attività di ristorazione, si chiede se, in base a quanto previsto alla lettera aa), possano annoverarsi tra le attività cui è consentita la ristorazione con asporto, fermo il divieto di consumare i prodotti all’interno o di sostare nelle vicinanze. Il documento contiene un’altra richiesta relativa ai rifugi: il CAI chiede se, in un’ottica di riapertura, i rifugi possono essere raggiunti dal gestore/custode o dal delegato sezionale per effettuare i lavori di manutenzione.

3 – La manutenzione dei sentieri è consentita?

La manutenzione di migliaia di chilometri di sentieri, oltre a consentirne la percorrenza in sicurezza da parte di milioni di utenti, svolge la duplice funzione di tutela e vigilanza da rischi idrogeologici e di assicurare una linea tagliafuoco in caso di incendi boschivi. Si tratta di una attività che migliaia di volontari del CAI devono svolgere in modo continuativo, pena gli inevitabili smottamenti e l’invasione dovuta alla progressiva espansione degli habitat naturali. Si chiede se, stante la sua manifesta utilità sociale, si tratti di attività che dall’entrata in vigore del DPCM in oggetto sarà consentita. Qualora non lo fosse, si confida che la S. V. vorrà tenerne debitamente conto nel già previsto aggiornamento successivo

4 – Sono consentiti spostamenti nell’intero ambito regionale? L’accesso ai parchi entro quali limiti territoriali è permesso?

“Il precedente divieto di “spostarsi in un comune diverso” è stato rimosso e, sempre alla lettera a), è stato sostituito con il divieto di “spostarsi in una regione diversa”. Si chiede se, sempre per i soli spostamenti consentiti, ciò possa avvenire nell’ambito dell’intero territorio regionale, così superandosi il limite comunale rimosso.

In tale caso, si chiede inoltre se il generico accesso a parchi, ville e giardini, fermi distanziamenti e divieti di assembramento, sia riferibile all’intero territorio regionale o se sussistano limiti più contenuti dei quali, però, non vi è indicazione nel DPCM.”


Il Cai conclude: “Si tratta di indicazioni fondamentali per il mondo di quanti hanno a cuore la montanità, che significa anche attenzione verso le popolazioni che nelle montagne fisiche vivono e devono essere invogliate a restare.

Per questo, il CAI si pone in modo costruttivo e fiducioso per le scelte che verranno operate da parte del Governo, “auspicando la più sollecita ripresa di attività che, per le oggettive condizioni in cui si svolgono, sono tali da assicurare possibilità elevatissime di distanziamento e possono garantire sia la ripartenza economica di aree fragili, sia la tutela del benessere psicofisico di milioni di frequentatori”.

Foto di copertina: Rifugio Città di Carpi © Dolomiti Review

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