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Escursione al Bivacco Bedin: come arrivare al bivacco più bello delle Dolomiti

Bivacco Bedin: il bivacco più bello delle Dolomiti

Il bivacco Bedin è considerato uno dei più belli delle Alpi. Si trova a 2210 metri di quota, sulla Prima Pala nel gruppo delle Pale di San Lucano, tra le Dolomiti Agordine (in Veneto).

Se volete verificare di persona se meriti il riconoscimento del bivacco più bello delle Dolomiti, continuate a leggere: in questa pagina potrete scoprire come arrivare al bivacco Bedin e leggere la descrizione dettagliata dell’escursione, completa di foto.

Come arrivare al Bivacco Bedin

Raggiungere il Bivacco Bedin è certamente un premio adeguato all’impegnativa escursione richiesta per arrivarci. Bisogna superare circa 1400 metri di dislivello, con un tempo di salita che varia in media tra le 3 e le 4 ore (dipende dal passo), ma ne vale davvero la pena.

La via normale parte da Cencenighe Agordino (località Pradimezzo) e si sale prima fino a Malga d’Ambrosogn (sentiero 764) e poi verso forcella Besausega (sentiero 765) proseguendo fino ad arrivare al Bivacco Bedin.

Da Pradimezzo a Malga d’Ambrosogn (sentiero 764)

La partenza della nostra escursione che ci condurrà al Bivacco Bedin è poco prima di Cencenighe Agordino, presso l’abitato di Pradimezzo a 900m.

Per raggiungere questa frazione si lascia la strada statale agordina 203 e si sale. Lasciamo l’auto nel piccolo parcheggio a bordo strada: i posti a disposizione sono pochi, bisogna arrivare presto!

Dal parcheggio proseguiamo a piedi attraversando questo suggestivo paese. Superate le ultime case, sulla destra si incontra il cartello da seguire con il segnavia 764 (indicazione per Ambrosogn).

La salita al Bivacco Bedin lungo il sentiero 764 è inizialmente leggera e costante. Prima si snoda nel bosco e poi si attraversano i resti di una frana. Il percorso è segnalato con ometti e qualche bollo bianco e rosso.

Poco dopo troviamo una deviazione: il ponte che collegava le due sponde del torrente Torcol è stato distrutto dalla tempesta Vaia e siamo costretti a fare un percorso alternativo (ben segnalato) per riuscire a guadare il torrente.

Questa deviazione complica un po’ il percorso rispetto a quanto indicato nelle mappe topografiche, che riportano ancora il tracciato pre-Vaia. Prima si sale nel bosco e poi si scende verso il letto del torrente: dei cordini metallici ci aiutano nella discesa (utili sia per la pendenza sia perché il suolo potrebbe essere scivoloso) e nell’attraversamento.

Una volta raggiunta l’altra parte, riusciamo a vedere i resti del ponte sospeso che fino a qualche anno fa era uno dei punti salienti dell’escursione. Purtroppo ne rimane sono qualche traccia visibile allo sguardo più attento: tutto è stato spazzato via dalla forza distruttiva di Vaia nell’autunno 2018.

Da adesso in poi, la salita verso il Bivacco Bedin si fa più ripida e si addentra nel bosco. Più in alto, incontreremo due malghe.

Casera del Torcol e Malga D’Ambrosogn

Un primo punto di riferimento ce lo da la casera del Torcol, è il segnale che manca poco a Malga D’Ambrosogn, che ci aspetta più o meno a metà della nostra escursione.

Malga D’Ambrosogn è posta su un meraviglioso pascolo a 1700 metri, circondata dalle cime delle pale di San Lucano. Il posto perfetto per una breve sosta per raccogliere le forze necessarie alla seconda parte della nostra escursione.

Sembra quasi un peccato lasciare questo splendido luogo, ma è meglio rimettersi in cammino: la parte più bella deve ancora venire e imbocchiamo quindi il sentiero 765 che parte dietro la malga. Ci vorrà un’altra ora per raggiungere il Bivacco Bedin.

Da Malga d’Ambrosogn a Forcella Besausega

Dopo malga Ambrosogn si segue il sentiero 765 e si continua a salire: in breve il bosco lascia il posto ad un ambiente più severo, le rocce dolomitiche giganteggiano alla nostra sinistra e piano ci avviciniamo fino a poterle toccare, salendo un largo canale fino a forcella Besausega.

Forcella Besausega

Da forcella Besausega si apre uno scenario grandioso, e inizia l’ultimo tratto della nostra escursione. La salita è ormai quasi del tutto alle nostre spalle e proseguiamo comodamente in costa in un ambiente da fiaba, seppure a tratti vertiginoso.

Mentre procediamo, la nebbia nasconde leggermente il fondovalle e le rocce sembrano volare attorno a noi. Si completa questo tratto pressoché pianeggiante, in quota, e raggiungiamo finalmente la nostra meta, il Bivacco Bedin.

Bivacco Bedin

Il bivacco Bedin è un bivacco alpino del CAI che si presenta come una simpatica “casetta di latta” tutta rossa. Si trova nel cuore delle Pale di San Lucano, in una posizione panoramica con vista strepitosa su molte cime delle Dolomiti Bellunesi.

La costruzione di questo ricovero alpino del Gruppo Alpinistico Vicentino risale al 1977: porta il nome di Margherita Bedin, tragicamente scomparsa sul Gran Sasso d’Italia.

La particolarità di questo bivacco, del tutto simile ai classici bivacchi Berti, è data dalle finestre panoramiche affacciate sulle Dolomiti, grazie alle quali si gode di un panorama straordinario anche dall’interno. Bellissimo il tavolo di legno dove lasciare un ricordo sul “diario della Moka Verde”, presenza immancabile del bivacco Bedin.

Entrando, a sinistra, si trova la zona notte con 9 letti a castello disposti a ferro di cavallo, su 3 livelli.

Noi non abbiamo in programma di fermarci a dormire: molti invece scelgono il bivacco Bedin come punto d’appoggio per ammirare l’alba in alta quota. In estate però è davvero molto frequentato (e affollato!)

Quando arriviamo al bivacco, la giornata leggermente nuvolosa ci invita a fermarci qualche minuto nella speranza che la vista si apra.

Mentre mangiamo il nostro pranzo al sacco, per fortuna la parete Ovest del monte Civetta si mostra per qualche istante in tutto il suo splendore. Purtroppo il cielo uggioso non premia appieno la nostra fatica nascondendo il panorama, ma è una bellissima scusa per poter ritornare. Di solito da quassù si ammirano molte cime simbolo delle Dolomiti Bellunesi: dalla Schiara all’Agner, dal Pelmo alle Tofane.

Ritorno e consigli

Il ritorno avviene per lo stesso percorso dell’andata. Riprendiamo quindi a ritroso il sentiero 765 dal Bivacco Bedin a Malga Ambrosogn e da lì il 764 fino a Pradimezzo, dove abbiamo lasciato l’auto.

Solo in questo momento ci rendiamo conto della sua lunghezza che per alcuni potrebbe essere quasi proibitiva senza preparazione fisica, pur non presentando nessuna particolare difficoltà alpinistica.

Di certo però sono necessari allenamento (per affrontare un’escursione con questo sviluppo e dislivello notevole), passo sicuro (soprattutto nel tratto nei pressi di forcella Besausega) ed equipaggiamento adatto a questo ambiente di montagna, in cui il meteo può cambiare rapidamente.

L’escursione per arrivare al Bivacco Bedin da Cencenighe (Pradimezzo): info utili in breve

Partenza: Pradimezzo, Cencenighe Agordino (quota: 870 metri slm)
Arrivo: Bivacco Bedin (quota: 2.210 metri slm)
Dislivello: circa +1400 metri
Ritorno: uguale all’andata
Durata: circa 3 ore all’andata (un po’ meno al ritorno)
Sentiero: CAI 764 e 765
Punti di appoggio: nessun rifugio gestito in zona
Mappa escursionistica Tabacco di riferimento: Dolomiti agordine e di Zoldo. Pale di San Martino 1:50.000

Prudenza in montagna

⚠️ Raccomandiamo sempre la massima attenzione e la preparazione adeguata per affrontare con PRUDENZA ogni escursione. Rispettiamo tutti le raccomandazioni del Soccorso Alpino: prima di approcciarci ad un'uscita in montagna è fondamentale consultare i bollettini meteo e valanghe, studiare in modo approfondito le caratteristiche dell’itinerario sulla mappa escursionistica, valutare con consapevolezza il proprio livello di allenamento e utilizzare sempre equipaggiamento e attrezzatura adeguati. Prima di partire per un'escursione è bene informarsi presso gli uffici turistici locali e contattare i rifugi della zona per avere notizie aggiornate sulla percorribilità dei sentieri.

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